Ingegneria Naturalistica
Realizzazione di lavori con tecnica di ingegneria naturalistica. Gradonate vive, canali in legname e pietrame, grata viva in legno, terreno di recupero e piante autoctone.
L’Ingegneria Naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica che studia le modalità di utilizzo, come materiale da costruzione, del materiale vegetale vivo (piante o parti di esse) in abbinamento con altri materiali inerti non cementizi. Quali il pietrame, la terra, il legname, l’acciaio, nonché in unione con stuoie in fibre vegetali o sintetiche. L’impiego di queste opere facilita la consolidazione del terreno e la sistemazione idreogeologica, fondamentale nelle zone a rischio erosione.
Non esiste un albo professionale di competenza specifica ma questa disciplina è contemplata. Come attività principale dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ministero dell’Ambiente) e di molteplici Amministrazioni Pubbliche che si occupano di territorio e ambiente.
Il tecnico che opera in questo settore possiede una preparazione di base afferente a più discipline scientifiche. Secondo la complessità del contesto di intervento si integrano (topografia, geologia, pedologia, idrologia, ecologia, botanica, biologia, ingegneria idraulica, geotecnica e civile, vivaistica e selvicoltura).
L’utilizzo delle piante é fondamentale. Proteggono il terreno dall’ azione atmosferica delle piogge riducendone l’erosione e allo stesso tempo permettono il corretto assorbimento delle acque.
L’ambito storico di applicazione di questa disciplina è la prevenzione del dissesto idrogeologico. Quindi la materia trova un’ampia applicazione nelle operazioni di consolidamento, stabilizzazione, idraulica, drenaggio e rinaturalizzazione dei terreni in un’ottica di protezione dall’erosione, di sviluppo di ambienti naturali. Nonché di salvaguardia del paesaggio e di mitigazione dell’impatto ambientale al fine anche del reinserimento di luoghi e di infrastrutture.